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sabato 17 marzo 2018

Sulle tracce di Sant’Agostino a Milano




Per Sant’Agostino l’incontro con Milano è decisivo. Nella città, allora capitale dell’Impero Romano d'Occidente, trova un’intensa vita sociale e culturale, una fervente comunità di cristiani e approfondisce la conoscenza con personaggi di grande levatura umana e spirituale che contribuiscono al cambiamento della sua vita, allora particolarmente inquieta.
Agostino, originario di Tagaste nell’attuale Algeria, prima di approdare a Milano ha conosciuto Cartagine dove ha intrapreso la carriera di docente e successivamente Roma alla ricerca di condizioni di vita e d’insegnamento migliori.
Intanto a Milano si rende disponibile la cattedra di retorica, un incarico prestigioso che permette a chi lo ricopre di entrare in contatto con la corte imperiale. Il prefetto Quinto Aurelio Simmaco lo aiuta a ottenere il posto con l’intento anche di contrastare la fama del vescovo Ambrogio.

Si trasferisce a Milano nel 384 , per insegnare nelle Scuole Palatine (Piazza Mercanti) e qui incontra e stringe un rapporto d’amicizia con il sacerdote Simpliciano, che lo esorta alla conversione, mentre è ancora incerto sulla svolta che vorrebbe dare alla sua vita. Influenzato dalla lettura della biografia dell’abate Antonio, scritta da Atanasio, inizia un percorso che sfocia nell’abbraccio della fede. L’ascolto a Milano dei sermoni di Ambrogio lascia in Agostino una traccia profonda e proprio dal santo patrono della città riceve il sacramento del Battesimo nella notte del sabato santo del 387 d.C. nel battistero di San Giovanni alle Fonti presso la Basilica di Santa Tecla (le cui tracce si trovano sotto il Duomo), insieme ad alcuni amici e al figlio quindicenne Adeodato.

La Basilica di San Marco, in zona Brera, è una tappa importante dell’itinerario agostiniano in città perché rappresenta per tutto il tardo medioevo e sino all’età moderna la culla degli agostiniani a Milano. Non distante ecco la Basilica intitolata a San Simpliciano, vescovo successore di Ambrogio che ha un ruolo chiave nella conversione di Agostino.

La Basilica di S. Ambrogio, che custodisce le spoglie del santo protettore della città, è una tappa fondamentale per comprendere il rapporto di Agostino con il vescovo Ambrogio, del quale ammira il carisma, l’eloquenza e la capacità di parlare al popolo.


Poco distante, in via Lanzone, si trova una piccola chiesa dedicata proprio a Sant’Agostino, eretta per ricordarne il battesimo ricevuto per mano di Sant’Ambrogio.


Per concludere, le Colonne di San Lorenzo, uno dei più importanti reperti romani che Milano possieda, e la zona circostante sono estremamente evocative di uno spaccato del periodo storico in cui S. Agostino vive

Chiesa di Sant'Agostino 




Informazioni generali

Nella stretta e tortuosa Via Lanzone, dalla discreta facciata che si confonde con le vicine abitazioni, la piccola chiesa di S. Agostino sorge nei pressi della Basilica e dell’ex Monastero di Sant’Ambrogio, oggi Università Cattolica. Da alcuni studiosi è ritenuto il battistero originario della Basilica trasformato, in seguito, in un luogo di devozione e culto di S. Agostino.
Una lapide in facciata ricorda il Battesimo di Agostino avvenuto, per mano di Sant’Ambrogio, nella notte del sabato santo del 387 d.C. Questo evento è il simbolo della conversione e della rinascita umana e spirituale di questa importante personalità dell’occidente cristiano.
L’edificio è di origine alto-medievale ma la facciata e gli interni, così come si presentano, sono il risultato di una ristrutturazione seicentesca. Accanto alla chiesa un arco mistilineo in pietra permette l’accesso al vicolo, in passato detto strettone di S. Agostino, quindi all’ingresso laterale della Basilica di S. Ambrogio.
All’interno, a navata unica con volta a crociera a sesto ribassato, è conservata una pala d’altare raffigurante una Madonna con bambino d’ambito leonardesco. Ai lati, due ovali, realizzati alla fine del ‘600, che ritraggono S. Agostino nelle vesti di Vescovo di Ippona e Dottore della Chiesa. Nella parete a destra dell’altare la scena della conversione avvenuta nel giardino che la tradizione vuole non lontano dal luogo dove sorge la

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